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venerdì 19 settembre 2008

La fantasia è una forza della natura. Non basta questo a riempire un uomo di estasi? Fantasia, fantasia, fantasia



In libreria mi sono imbattuto in un libro che titolava "Il Re della Pioggia", di un'autore di cui mai avevo sentito parlare: Saul Bellow.


Questo è successo in realtà verso la metà di agosto, in quel di Asiago, durante una gita...e da allora Saul e il suo Re si sono dileguati:erano nascosti dietro ai pensieri, agli  impegni, alla vita ordinaria.

Il pacifico (leggi erosivo) scorrere del tempo lo aveva sepolto.

Mi è capitato di pensare proprio oggi a quale sarebbe stata la migliore definizione per una cosa indefinibile (lo so, a volte mi lambicco il cervello di brutto) come la Fantasia e ma non sentivo nessun campanello, nessuna vocina, nulla.

Una valanga di pensieri, una tempesta (come la definirebbe Joyce) aveva sepolto Saul.

Ma una provvidenziale chiamata sul cellulare mi ha ricordato che mi ero annotato qualcosa (quando un libro mi colpisce, per curiosità o per idiozia io lo sfoglio per vedere se ci trovo dentro una frase che mi stimoli a comprarlo) riguardo la fantasia.

E dalla valanga di pensieri, una mano con una penna in mano spuntava proprio in quell'istante.

Non ho letto il libro, ma la frase mi colpì tanto che me la segnai, e decisi che l'avrei acquistato e magari ci avrei scritto un post sopra. Mi sembrava più che degna!

Se vi stimola, se vi viene voglia di scrivere un commento o semplicemente di comperare il libro, io il mio l'ho già fatto.

Vi lascio ai vostri pensieri!

Adieu

domenica 14 settembre 2008

La noia è come il desiderio di un piacere ideale

Bentornati e bentornate sul mio blog cari amicici, e bentornato anche a me sugli schermettini dei vostri computer! :D

E' tornato il tempaccio, è tornata l'università ma c'è anche un'atmosfera diversa nell'aria.

E' qualcosa di indefinito, che stà tra la depressione e l'accidia, tra il frustrante e l'avvilente, si avverte dal lontano.

E non so se sia questo il motivo, ma vi dirò anche che le persone mi sembrano molto strane ultimamente.

Questo un pò mi scarica.

E' stato infatti un piacere, quasi una boccata d'aria per me poter conoscere un paio di facce nuove in quel di Firenze, e mi sono sorpreso anche nel fare nuove conoscenze in ambiente familiare. E' stato liberatorio, se capite cosa intendo.

Vediamo se riesco a descrivervelo: siete seduti al tavolo a bere una birra, e ad un certo momento si sente nelle persone intorno a voi come una spinta, un bisogno di fare, di vedere, di provare, di andare chissà dove per trovare chissà cosa, un'agitazione interiore. Che genera aspettative, che generano attese che sfociano sempre in deludenti serate, arrabbiati con tutti ma in realtà con nessuno. Aliusque et idem avrebbe detto Orazio.

Ecco, più o meno così.Ma qual'è lo scopo, mi chiedo io mentre si decide, si propone, si telefona per sentire se è aperto?Nessuno saprebbe rispondermi con esattezza, questo è certo.Il divertimento c'entra sempre ben poco a mio avviso: ho sempre sostenuto che ci si diverte solo tra amici, il dove è come uno sfondo...se mancano gli amici, manca tutto. Non pensate male, mi piace girare, vedere gente nuova e posti nuovi, mi piacciono tantissimo le iniziative; è solo che quella spinta spesso somiglia ad uno spintone, e ti porta più in là di dove volevi/dovevi/avevi bisogno di andare, ma quando non sai cosa cerchi non sai neanche quando fermarti a raccogliere quello che cercavi no?

E' magnifico l'autore del titolo del post, perchè con poche parole (che io ho volutamente parafrasato) ha reso l'idea infinitamente meglio di come non abbia fatto io con il mio salmo illeggibile. Forse perchè la vita di tale geniale autore è stata talmente priva di eventi degni di nota, incorniciata com'era in uno stile di vita abitudinario, che deve averci pensato su parecchio, e stava sicuramente peggio di me.

Io e Immanuel Kant.

Questo mi ha dato (presuntuosamente) la carica! :D

 

Vi lascio ai vostri pensieri!

Adieu