Scusate, so di aver latitato un tantinello su questo blog
ma ho passato gli ultimi mesi a litigare con un ebreo haredi aschenazita che mi
aveva superato in fila alla cassa della Coop.
In pratica sono state lunghe settimane permeate da
violente discussioni verbali, minacce e il notevole gap linguistico-culturale con l’esatto scopo di scrivere l’introduzione
al post che state leggendo.
Perché se c’è una cosa che ho imparato durante il corso
della mia vita è: mai inventare una scusa per non aver scritto sul blog senza insultare
una minoranza religiosa.
E va detto che oltre la pacifica, benevola facciata di
scopa-cugine avari e ultraortodossi, gli haredi aschenazi sanno essere dei veri
maleducati.
Si perché ho comunque avuto modo di discutere col mio
amico Jafet su un ampia antologia di argomenti peculiari della sua comunità: ho scoperto che sono molto intelligenti, che si passano le
malattie genetiche come un calippo alla coca cola in una torrida giornata d’agosto
e mi sono scoperto a apprezzare la spietata sincerità con cui trattano le
donne.
Ci credereste? Loro sono una comunità apertamente
misogina, placidamente avversa al genere femminile: impediscono
alle portatrici di vagina di votare e osteggiano
le mammellute amanti del make-up persino nel sedersi in autobus senza ambiguità o sotterfugi, chiaramente.
Noi qui li chiameremmo maschilisti, li tacceremo di
anacronismo morale e probabilmente li faremmo anche giudicare da Alfonso
Signorini dallo scranno di Pomeriggio Cinque.
PARENTESI
Vi capita mai di sognare a occhi aperti mentre parlate con un aschenazi e di ritrovarvi a odiare Alfonso Signorini?
Vi capita mai di sognare a occhi aperti mentre parlate con un aschenazi e di ritrovarvi a odiare Alfonso Signorini?
Ora con questo non intendo dire che Alfonso Signorini
giudichi senza che nessuno lo chiami in causa i vari aspetti della vita degli sfigati che gli capitano sotto quelle unghie laccate con sommari luoghi comuni e moniti strappa-applausi, intendiamoci. Sto solo affermando che il suo rapporto coi
maschilisti è equiparabile a quello che una suora ha con il sadomaso: vorrebbe
che qualcuno lo fosse con lei mentre ne declina disgustata le peculiarità.
Noi rispetto agli aschenazi ci crediamo migliori e in un
certo senso abbiamo anche ragione: noi non abbiamo bisogno di brutti ometti con
riccioli vorticanti che escono dalle orecchie che blaterano insensati moniti al
gentilsesso dato che abbiamo le femministe, ovvero l’ala più estrema del maschilismo.
Segue breve descrizione della sottospecie di sensibili e coraggiose
cagafigli.
In pratica noi qua nella patria della coerenza a tutto
campo abbiamo queste giovani donne svezzate
a pane e DiPiùTiVù, indignate a prescindere e convinte nel combattere a tutti i
costi le discriminazioni sessiste -non dico ridicolmente solo perché suppongo
che il ridicolo per definizione faccia quantomeno ridere- e nel contempo cagano
il cazzo se quando si vestono col domopak le chiami troie.
Non sono loro troie, sei te che sei maschilista.
Prendono per il culo le troniste e le veline ma esigono
un cazzo di Trilogy per natale.
Si uniscono sotto l’egida della dignità gineco-solidale, leggono
Dacia Maraini e Isabelle Allende MA pretendono che tu paghi loro la cena in
cambio di un pompino svogliato in macchina e lo squillino della buonanotte. E
quando vogliono prendere il completo controllo del partner, assoggettarlo ai
loro biechi voleri e a pomeriggi di shopping, non devono nemmeno più dargli il
culo come una volta.
Basta la password di facebook.
Anche perché il culo generalmente è la stretta di mano
del 2013. Perché se non ora, quando?
Torna tutto no? Vi spiego meglio, per sicurezza.
In pratica se paghi loro la cena sei galante, se gli
chiedi di fare la spesa sei un maschilista retrogrado che vive di stereotipi non
consapevole della parità dei sessi nell’emancipazione propria del ventunesimo
secolo.
Poi le ammazzi, e scopri che un giornalista sessantottino con una laurea in Ricerche su Wikipedia e la propensione allo scoop sensazionalistico ha inventato il femminicidio, e cagano il cazzo anche da
morte.
L’omicidio di una donna ora si chiama femminicidio, per
chi non lo sapesse.
Quote rosa, anche li.
Oh che poi se volete leggetevi il discorso iniziale che AuaDB aveva fatto qui capirete che ero partito tranquillo ma poi m'è partito il Dr House uncensored e bunanotte al secchio.
Oh che poi se volete leggetevi il discorso iniziale che AuaDB aveva fatto qui capirete che ero partito tranquillo ma poi m'è partito il Dr House uncensored e bunanotte al secchio.